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D.Lvo 11/05/1999 n. 1523.1.2 Fase a regime Se i corpi idrici hanno raggiunto l’obiettivo "Buono" o "Elevato", il monitoraggio può essere ridotto ai soli parametri riportati in tabella 4. L’autorità competente, in relazione allo stato dei corsi d’acqua, può variare la frequenza dei campionamenti e il numero delle stazioni della rete di rilevamento. Le autorità competenti armonizzano e ricercano la miglior integrazione possibile tra le diverse iniziative di controllo delle acque (monitoraggio per la balneazione, per la produzione di acqua potabile, per la vita dei pesci, ed altri), al fine di ottimizzare l’impiego di risorse umane e finanziarie. Deve inoltre essere predisposto, presso ogni ARPA, o comunque presso ogni regione in attesa che venga costituita l’ARPA, un sistema di pronto intervento in grado di monitorare gli effetti ed indagare sulle cause di fenomeni acuti di inquinamento causati da episodi accidentali o dolosi. 3.2 Corsi d’acqua 3.2.1 Indicatori di qualità e analisi da effettuare Ai fini della prima classificazione della qualità dei corsi d’acqua vanno eseguite determinazioni sulla matrice acquosa e sul biota; qualora ne ricorra la necessità, così come indicato successivamente nei punti relativi agli specifici corpi idrici, tali determinazioni possono essere integrate da indaginisui sedimenti e da test di tossicità. Le determinazioni necessarie per il sistema di classificazione sono condotte sui campioni e con le frequenze indicate nella sezione 3.2.2. 3.2.1.1 Acque Le determinazioni sulla matrice acquosa riguardano due gruppi di parametri, quelli di base e quelli addizionali. I parametri di base, riportati in tabella 4, riflettono le pressioni antropiche tramite la misura del carico organico, del bilancio dell’ossigeno, dell’acidità, del grado di salinità e del carico microbiologico nonché le caratteristiche idrologiche del trasporto solido. I parametri definiti macrodescritori e indicati con (o) nella tabella 4 vengono utilizzati la classificazione; gli altri parametri servono a fornire informazioni di supporto per la interpretazione delle caratteristiche di qualità e di vulnerabilità del sistema nonché per la valutazione dei carichi trasportati. La determinazione dei parametri di base è obbligatoria. I parametri addizionali sono relativi ai microinquinanti organici ed inorganici; quelli di più ampio significato ambientale è sono riportati nella tabella 1. La selezione dei parametri da esaminare è effettuata dall’autorità competente caso per caso, in relazione alle criticità conseguenti agli usi del territorio. Le analisi dei parametri addizionali vanno effettuate ove l’Autorità competente lo ritenga necessario e comunque nel caso in cui: a seguito delle attività delle indagini conoscitive di cui all’allegato 3 si individuino sorgenti puntuali e diffuse o si abbiano informazioni pregresse e attuali su sorgenti puntuali e diffuse che apportino una o più specie di tali inquinanti nel corpo idrico; dati recenti dimostrino livelli contaminazione, da parte di tali sostanza, delle acque e del biota o segni di incremento delle stesse nei sedimenti Tabella 4 - Parametri di base (con (o) sono indicati i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione) Portata (m3/s) Ossigeno disciolto (mg/L) ** (o) pH BOD5 (O2 mg/L) ** (o) Solidi sospesi (mg/L) COD (O2 mg/L) ** (o) Temperatura (°C) Ortofosfato (P mg/L) * Fosforo Totale (P mg/L) ** (o) Durezza (mg/L di CaCO3) Cloruri (Clmg/ L) * Azoto totale (N mg/L) ** Solfati (SO4 -- mg/L)* Azoto ammoniacale (N mg/L) *(o) Escherichia coli (UFC/100 mL) (o) Azoto nitrico (N mg/L) *(o) (*) determinazione sulla fase disciolta (**) determinazione sul campione tal quale 3.2.1.2 Biota Le determinazioni sul biota riguardano due gruppi di analisi: Analisi di base: gli impatti antropici sulle comunità animali dei corsi d’acqua vengono valutati attraverso l’Indice Biotico Esteso (I.B.E.). Tale analisi va eseguita obbligatoriamente con le cadenze indicate al punto 3.2.2.2. Analisi supplementari: non obbligatorie, da eseguire a giudizio dell’autorità che effettua il monitoraggio, per una analisi più approfondita delle cause di degrado del corpo idrico. A tal fine possono essere effettuati saggi biologici finalizzati alla evidenziazione di effetti a breve o lungo termine. Tra questi in via prioritaria si segnalano: test di tossicità su campioni acquosi concentrati su Daphnia magna; test di mutagenicità e teratogenesi su campioni acquosi concentrati; test di crescita algale; test su campioni acquosi concentrati con batteri bioluminescenti; In aggiunta si segnala l’opportunità di effettuare determinazioni di accumulo di contaminanti prioritari (PCB, DDT e Cd) su tessuti muscolari di specie ittiche residenti o su organismi macrobentonici. 3.2.1.3 Sedimenti Le analisi sui sedimenti sono da considerarsi come analisi supplementari eseguite per avere, se necessario, ulteriori elementi conoscitivi utili a determinare le cause di degrado ambientale di un corso d’acqua. Le autorità preposte al monitoraggio devono, nel caso, selezionare i parametri da ricercare, prioritariamente tra quelli riportati nella tabella 5 e, se necessario, includerne altri, considerando le condizioni geografiche ed idromorfologiche del corso d’acqua, i fattori di pressione antropica cui è sottoposto e la tipologia degli scarichi immessi. Le determinazioni sui sedimenti vanno fatte in particolare per ricercare quegli inquinanti che presentano una maggior affinità con i sedimenti rispetto che alla matrice acquosa. Qualora sia necessaria un’analisi più approfondita volta a evidenziare gli effetti tossici a breve o a lungo termine si potranno effettuare dei saggi biologici sui sedimenti. Gli approcci possibili sono molteplici e riconducibili a tre soluzioni fondamentali: saggi su estratti di sedimento saggi sul sedimento in toto saggi su acqua interstiziale Ogni soluzione offre informazioni peculiari e pertanto l’applicazione congiunta di più tipi di saggio spesso garantisce le informazioni volute. Possono essere utilizzati organismi acquatici, sia in saggi acuti che (sub)cronici. In via prioritaria si segnalano: Oncorhynchus mykiss, Daphnia magna, Ceriodaphnia dubia, Chironomus tentans e C.riparius, Selenastrum capricornutum e batteri luminescenti. Tabella 5 - Microinquinanti e sostanze pericolose di prima priorità da ricercare nei sedimenti Inorganici e Metalli Organici () Arsenico Policlorobifenili (PCB) Cadmio Diossine (TCDD) Zinco Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) Cromo totale Pesticidi organoclorurati Mercurio Nichel Piombo Rame 3.2.2 Campionamento (omissis) 3.2.3 Classificazione (omissis) 3.2.4 Attribuzione dello stato di qualità ambientale Al fine della attribuzione dello stato ambientale del corso d’acqua i dati relativi allo stato ecologico andranno rapportati con i dati relativi alla presenza degli inquinanti chimici indicati in tabella 1, secondo lo schema riportato alla Tabella 9: Tabella 9 - Stato ambientale dei corsi d’acqua Stato Ecologico Þ Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Concentrazione inquinanti di cui alla Tabella 1 ß < = Valore Soglia Elevato Buono Sufficiente Scadente Pessimo > Valore Soglia Scadente Scadente Scadente Scadente Pessimo Se lo stato ambientale da attribuire alla sezione di corpo idrico risulta inferiore a "Buono", devono essere effettuati accertamenti successivi finalizzati alla individuazione delle cause del degrado alla definizione delle azioni di risanamento. Tali accertamenti, soprattutto se il risultato derivante dall’I.B.E. è significativamente peggiore della classificazione derivante dai dati dei macrodescrittori e degli eventuali parametri addizionali, devono includere analisi supplementari volte a verificare la presenza di sostanze pericolose non ricercate in precedenza ovvero l’esistenza di eventuali effetti di tipo tossico su organismi acquatici, ovvero di fenomeni di accumulo di contaminanti nei sedimenti e nel biota L’eventuale evidenziazione di situazioni di tossicità per gli organismi testati e/o evidenze di bioaccumulo sugli stessi portano ad attribuire lo stato ambientale scadente. 3.3 Laghi (omissis) 3.4 Acque marine costiere (omissis) 3.5 Acque di transizione (omissis) 4 Monitoraggio e classificazione: acque sotterranee 4.1 Organizzazione del Monitoraggio Per le attività di monitoraggio e classificazione dello stato di un corpo idrico sotterraneo è necessaria una preventiva ricostruzione del modello idrogeologico, secondo le indicazioni di cui all’allegato 3, in termini di: individuazione e parametrizzazione dei principali acquiferi; definizione delle modalità di alimentazione-deflusso-recapito; identificazione dei rapporti tra acque superficiali ed acque sotterranee; individuazione dei punti d’acqua (pozzi, sorgenti, emergenze); determinazione delle caratteristiche idrochimiche; identificazione delle caratteristiche di utilizzo delle acque. Il modello idrogeologico deve essere periodicamente aggiornato sulla base delle nuove conoscenze e delle attività di monitoraggio. La rilevazione dei dati sullo stato quantitativo e chimico deve essere riferita agli acquiferi individuati. Il monitoraggio delle acque sotterranee è articolato in una fase conoscitiva iniziale ed una fase di monitoraggio a regime. La fase conoscitiva iniziale e di base viene effettuata rispettando le indicazioni riportate all’allegato 3. Il monitoraggio si articola temporalmente in due fasi: 4.1.1 Fase conoscitiva La prima di caratterizzazione sommaria, propedeutica alla sotto fase successiva e utile ad una conoscenza dello stato chimico delle acque sotterranee, è finalizzata ad una analisi di inquadramento generale attraverso la ricerca di un gruppo ridotto di parametri chimici, fisici e microbiologici; ciò che consenta tra l’altro l’individuazione delle aree critiche, di quelle potenzialmente soggette a crisi e di quelle naturalmente protette, secondo le indicazioni riportate all’allegato 3. Se si dispone di serie storiche continuative di dati, purché non antecedenti il 1996, queste possono essere utilizzate in sostituzione o ad integrazione delle analisi previste nella fase iniziale del monitoraggio. Per la successiva sotto fase, sulla base dei risultati della caratterizzazione sommaria, nonché delle conoscenze acquisite durante tale fase sulla situazione idrogeologica e di antropizzazione del territorio, l’Autorità competente individuerà i punti d’acqua ritenuti significativi per la classificazione preliminare o comunque su quelli di interesse locale va eseguito il monitoraggio per la caratterizzazione dell’acquifero; oltre alle misure quantitative (livello, portata), vanno eseguite le analisi dei "parametri di base" riportati nella Tabella 18. 4.1.2 Fase a regime Il monitoraggio nella fase a regime ha come scopo l’analisi del comportamento e delle modificazioni nel tempo dei sistemi acquiferi. Sulla base dei risultati della fase conoscitiva e delle conoscenze accumulate dovrà essere individua una rete di punti d’acqua significativi e rappresentativi delle condizioni idrogeologiche, antropiche, di inquinamento in atto, delle azioni di risanamento intraprese su cui compiere un sistematico e periodico monitoraggio chimico e quantitativo secondo i criteri indicati al punto 4.2. Il monitoraggio quantitativo va eseguito, per le acque utilizzate, dal concessionario o dal gestore, che deve rendere disponibili i dati su opportuno supporto magnetico per l’autorità preposta al controllo. 4.2 Indicatori di qualità ed analisi da effettuare 4.2.1 Fase iniziale 4.2.1.1 Misure quantitative Il monitoraggio quantitativo ha come finalità e quella di acquisire le informazioni relative ai vari acquiferi, necessarie per la definizione del bilancio idrico di un bacino. Inoltre dovrà permettere di caratterizzare i singoli acquiferi in termini di potenzialità, produttività e grado di sfruttamento. Questo tipo di rilevamento è basato sulla determinazione dei seguenti parametri fondamentali: livello piezometrico; portate delle sorgenti o emergenze naturali delle acque sotterranee. A discrezione delle autorità competenti potranno essere monitorati altri parametri specifici, scelti in funzione della specificità dei singoli acquiferi e delle attività presenti sul territorio come ad esempio i movimenti verticali del livello del suolo. I dati desunti dalle attività di monitoraggio dovranno essere opportunamente elaborati dalle regioni al fine di definire e parametrizzare i seguenti indicatori generali, da utilizzare per la classificazione: morfologia della superficie piezometrica; escursioni piezometriche; variazioni delle direzioni di flusso; entità dei prelievi; variazio- ni delle portate delle sorgenti o emergenze naturali delle acque sotterranee; variazioni dello stato chimico indotto dai prelievi; movimenti verticali del livello del suolo connesse all’estrazione di acqua dal sottosuolo
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